La Basilica del Santo è un luogo doppiamente sacro: lo è per la sua consacrazione al culto cristiano e per il fatto che custodisce le reliquie del Santo Fondatore e Patrono, ma anche perché qui si celebrano eventi istituzionali della massima importanza.

Segno di quella profonda osmosi tra vita politica e religiosa, che è da sempre alla base dell’identità di una Repubblica il cui destino è derivato dall’intuizione di un Santo.

Il tempio attuale ha sostituito l’antica Pieve, risalente forse al V secolo, cioè dopo la morte del Santo. L’edificazione della nuova Pieve fu decretata dal Consiglio Grande e Generale nel 1825. Venne consacrata il 1° luglio 1855 ed ebbe titolo e dignità di Basilica minore nel 1926. Ne fu architetto il bolognese Antonio Serra (1783-1847). Lo stile è neoclassico, con colonne esterne ed interne corinzie.

La Basilica è dedicata a San Marino diacono, originario di Arbe in Dalmazia, giunto a Rimini nel 257 dell’era cristiana per sfuggire la persecuzione di Diocleziano. Abile scalpellino, lavorò con il compatriota e amico Leo per la ricostruzione del porto distrutto dai Liburni. Leo e Marino condividono lo stesso spirito di fede, di carità e il desiderio di apostolato. Ordinato diacono dal Vescovo Gaudenzio, Marino trovò sul Monte Titano il luogo adatto per la preghiera e la penitenza; qui diede vita ad una comunità di discepoli fondata sulla libertà e l’obbedienza al Vangelo. Morì nei primi anni del IV sec. d.C.